CALENDARIO IN PROGRAMMAZIONE
Il volume, scritto nel 1991, è il 122° quaderno di Giurisprudenza Commerciale.
E’ diviso in 19 paragrafi ed ha ad oggetto le questioni concernenti le condizioni probatorie di ammissibilità in via sommaria dei crediti nel passivo fallimentare.
Muovendo dall’inquadramento generale del procedimento che si svolge dinanzi al giudice delegato ai sensi degli artt. 93 e ss. l. fall., si precisa che il procedimento ha natura contenziosa, e va inquadrato nei chiovendiani procedimenti sommari con prevalente funzione esecutiva.
Sulla base di ciò si studia la qualità della prova che debba fornire il creditore per essere ammesso al passivo del fallimento ai sensi dell’art. 97 e 98 l. fall., e si perviene alla conclusione che sia necessaria la sussistenza agli atti di una prova particolarmente attendibile dei fatti costitutivi del credito, e comunque più forte di quella normalmente richiesta per ottenere un provvedimento sommario di natura cautelare (ad esempio, un sequestro e/o un provvedimento d’urgenza ex art. 700 c.p.c.).
Eguale criterio di “prova attendibile” vale per le difese del curatore, così che queste sono in grado di escludere l’ammissione del credito al passivo del fallimento solo quando siano, allo stato, da ritenere probabilmente fondate in base alle prove offerte.
L’ammissione di un credito al passivo fallimentare può discendere, poi, anche dalla sua non contestazione, così come avviene nella Konkursordnung tedesca, a condizione però che detta non contestazione provenga tanto dal curatore fallimentare quanto dal fallito.
Detto ciò, si esclude che l’accertamento sommario del passivo sia da inquadrare tra i procedimenti di tipo documentale, e quindi si ritiene che il giudice delegato possa ammettere, anche d’ufficio, mezzi di prova diversi dai documenti se rilevanti e volti a provare i fatti costitutivi, impeditivi, estintivi e modificativi dei crediti che si pretendono insinuare nella procedura fallimentare.
Il volume passa poi ad analizzare l’istituto dell’ammissione al passivo con riserva e quello concernente le domande di insinuazione tardive, e si chiude con un parafraso di osservazioni conclusive.
L’autore, successivamente, si è occupato di questioni fallimentari soprattutto negli scritti: Id., Terzietà del giudice e procedure fallimentari, Foro it., 1997, I, 2002 e ss.; Id., Brevi note sul giusto processo fallimentare, Foro it., 2001, I, 114; Id., L'accertamento del passivo nel disegno di legge per la riforma delle procedure concorsuali, Il Fallimento, 2004, Vol. 12, 40; Id., Procedure prefallimentari e procedimenti in camera di consiglio, Foro it., 2006, V, 1 e ss.; Id., La esdebitazione nella nuova legge fallimentare, Riv. dir. fall., 2007, I, 29.